I ricercatori dell’istituto superiore di sanità, del Cnr-Irea, dell’Enea e dell’Arpa Piemonte, hanno pubblicato un’analisi delle ricerche condotte su impianti di radiofrequenza cui sono sottoposti telefoni cellulari, stazioni radio, wii-fi, antenne tv e il risultato, fino ad ora è stato positivo.
In Italia ci sono circa 90 milioni di apparecchi ma cosa sappiamo sui reali rischi per la nostra salute? E’ chiaro che la parte del leone la fanno i telefoni cellulari, sia perché gli impianti sono aumentati sia perché il loro funzionamento, insieme a wi-fi, da luogo a livelli di radiofrequenze molto inferiori ai limiti ambientali vigenti.
Se si guarda a livello generale i ricercatori affermano che non sono stati evidenziati effetti nocivi sulla salute legati all’impiego dei cellulari. L’unico effetto sanitario avverso è l’aumento di temperatura (l’energia assorbita dagli apparecchi si trasforma in calore all’interno dell’organismo) ma, approfondendo l’argomento si è visto che la temperatura corporea aumenta di 1 o 2 decimi di grado centigrado e le variazioni di temperatura nel cervello sono praticamente non rilevabili tanto sono piccole.
Sono state fatte ricerche e numerosi studi epidemiologici sulla possibilità che queste radiazioni aumentino il rischio di alcuni tumori ma a tutt’oggi non si rileva alcun incremento del rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari). Non si possono ancora avere riscontri a lungo termine per quanto riguarda l’uso di cellulari già dall’infanzia ma i ricercatori stanno studiando per poterci o meno rassicurare anche su questo argomento.
In conclusione, i dati fino ad ora analizzati ci suggeriscono che i cellulari non aumentano i rischi di alcun tipo di tumore celebrale e, sebbene si aspetti ancora le evidenze scientifiche per gli effetti collaterali a lungo termine, non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione corrente degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute.