Digitando su Google ‘Escort online’ si trovano circa 269 milioni risultati di ricerca. Se invece si digita ‘escort online Italia’ compariranno 17 milioni 700 mila risultati di ricerca. Un mercato con un giro di affari enorme, il sesso a pagamento, conta ben 4 miliardi di euro all’anno ed è in continua crescita. Questo vale soprattutto per i siti di escort, ormai legali e sempre più ricercati. Non di meno sono i risultati che compaiono nel momento in cui si va a digitare “ escort Firenze”, un servizio che ogni giorno viene cercato da migliaia di toscani.
Si tratta di siti in cui si fa pubblicità chi offre servizi sessuali in cambio di un compenso.
Tra il 2007 e il 2018, stando a quanto riportato dal Codacons, il giro d’affari legato al mercato delle escort è passato da 2,86 a 3,9 miliardi di Euro all’anno, aumentando di ben 740 milioni di euro, ovvero del 25,8%. Nello stesso periodo si è visto in aumento anche il numero di di escort, da 70mila a oltre 90mila, così come i clienti, che sono aumentati del 20%, diventando nel 2018 ben 3 milioni, contro i 2,5 del 2007. Dai primi anni 2000 il mercato online ha iniziato a prendere piede. Un mercato che garantisce una ricerca di escort più facile e veloce, ma soprattutto meno esposta agli occhi di tutti.
L’esercizio della prostituzione, in Italia, è considerato libera iniziativa individuale ed economica dalla cosiddetta legge “Merlin” del 1958, ed è quindi di per sé lecita, sono però puniti tutti i comportamenti collaterali a essa, ovvero lo sfruttamento, l’induzione e il favoreggiamento. Non è possibile regolamentare la prostituzione, di conseguenza è illegale. Ma allora perché i servizi di escort risultano legali?
Secondo la legge “Merlin”, dall’articolo 3 L. 75/1958, è prevista la reclusione da 2 a 6 anni e una multa da € 260,00 a € 10.400,00 per comportamenti che agevolano, utilizzano o sfruttano la prostituzione e la punizione di “chiunque, in qualsiasi modo, favorisca la prostituzione altrui”. La legge all’inizio veniva interpretata in modo moralista e restrittivo. Tuttavia durante gli anni, dopo le sentenze pronunciate dalla Corte di Cassazione, si è mostrato un atteggiamento più blando, sanzionando solo chi ha contribuito all’attività di prostituzione intenzionalmente ed eccedendo i limiti dell’ordinaria prestazione dei servizi. In ambito di pubblicità sul web si parla di reato di favoreggiamento solo nel momento in cui si aggiunge una cooperazione tra soggetto e prostituta, concreta e dettagliata, al fine di allestire la pubblicità della donna.
Nel momento in cui le escort vengono contattate con proposte di spazi pubblicitari online, sono loro a mandare foto, video e testi da pubblicare sull’annuncio in questione. Non vi è alcuna costrizione, e nessun tipo di favoreggiamento. Il sito si limita solo a fornire gli spazi pubblicitari.