Come migliorare il lavoro da remoto utilizzando l’esperienza dei nomadi digitali
I recenti risvolti globali hanno portato un numero enorme di persone a sperimentare lo smartworking. Molte persone si sono trovate in difficoltà nell’organizzare il lavoro da remoto in modo agile e produttivo. Se si cercano delle soluzioni per conciliare i tempi dedicati alla vita privata e allo svago con il lavoro che va portato a termine bisogna certamente dare uno sguardo al fenomeno del nomadismo digitale.
I nomadi digitali da sempre utilizzano modalità di lavoro che permettano loro di vivere una vita più felice, perché devono saper gestire in modo adeguato il lavoro e i tempi da dedicare al viaggio.
Vediamo come trarre spunto dalla loro esperienza per organizzare al meglio il lavoro da casa.
-Chi sono i nomadi digitali
-Differenza tra smartworking e nomadismo digitale
-Smartworking minimale
-Conclusione
Chi sono i nomadi digitali
I nomadi digitali sono persone che hanno scelto di costruirsi un’attività professionale o imprenditoriale nell’ambito digitale in modo tale che abbiano la possibilità di viaggiare a tempo pieno.
La gamma di professioni praticabili da remoto diventa sempre più estesa, oggi quasi qualunque professione può essere digitalizzata e diventare così un modo per mantenersi mentre si viaggia intorno al mondo: copywriter, digital marketer, specialisti SEO, programmatori, designer, ma anche insegnanti yoga e di lingue straniere con scuole online, il fenomeno del nomadismo digitale permette a moltissime categorie di lavoratori di reinventarsi e permettersi di vivere viaggiando.
Differenza tra smartworking e nomadismo digitale
Smartworking e nomadismo digitale vengono spesso confusi come se fossero sinonimi, tuttavia ci sono molte differenze tra questi due concetti.
Chi lavora in smartworking non è solo una persona che lavora da remoto, ma comprende una modalità che favorisca il lavoro agile in azienda.
Il nomadismo digitale riguarda il fenomeno di chi lavora da remoto nell’ambito digitale in modo individuale come freelance o imprenditore e vive senza avere una base fissa. Un nomade digitale organizza il proprio lavoro in modo da poter favorire un equilibrio tra vita privata e lavoro e le regole che applica per aumentare la produttività possono tornare utili a chiunque lavori in smartworking.
Smartworking minimale
La grande difficoltà che incontrano tutte le persone che devono lavorare da casa è quella di organizzare uno spazio lavorativo che sia privo di distrazioni. Un nomade digitale quando lavora anche dall’altra parte del mondo cerca di tenere a bada tutto ciò che gli fa perdere il focus. Come fa? Crea uno spazio lavorativo minimale- dato che è sempre in viaggio non può permettersi di portarsi in giro attrezzatura ingombrante- ma riduce al minimo anche l’utilizzo di cose che per loro natura distolgono l’attenzione. Le notifiche che continuano a lampeggiare sullo smartphone sono le nemiche numero uno di chiunque voglia essere produttivo, distraggono, fanno perdere la concezione del tempo e la concentrazione. Uno dei consigli più utili che un nomade digitale possa darvi è quello di spegnere il telefono e di allontanarlo dalla postazione lavorativa, di concentrarvi sul lavoro per un’ora o due, completare i vostri compiti e poi alzarvi dalla scrivania e fare una piccola pausa. Così non dovrete lavorare fino a notte fonda per portare a termine il lavoro e sarà più gratificante prendersi delle pause.
Conclusione
Come abbiamo visto per concentrarsi di più e organizzare al meglio il proprio lavoro in smartworking possiamo prendere spunto da chi lavora da remoto da diversi anni.
Com’è ampiamente documentato su vari siti internet e pagine social, il nomadismo digitale ha cambiato il modo di lavorare di un numero enorme di persone. Uno dei nomi di spicco del movimento in Italia, Francesca Ruvolo in arte Wildflowermood, spesso spiega e mostra i dettagli e i risvolti della vita da nomade digitale.