L’allarme di Riccardo Pedrizzi: “a rischio casse erariali, posti di lavoro e ritorno delle attività illegali”.
Il 2021 è iniziato ormai da 4 mesi e di tempo, dall’inizio della pandemia, ce n’è stato abbastanza per capire dove si sta andando. Tra i settori più colpiti dalla crisi economica legata al Covid 19, il mondo del gioco d’azzardo legale, sia nel comparto fisico che in quello online, gioca un posto di rilievo. Perché se da un lato la prevenzione e la salvaguardia delle vite umane è un imperativo che non dobbiamo mai perdere di vista, allo stesso tempo i profitti, i guadagni e il lavoro non è un problema da meno.
In molti casi però i governi nazionali non hanno saputo rispondere alla situazione emergenziale che si era creata. A pagare il conto più salato è stato proprio il gambling tricolore: nel 2020 si è perso il 25% degli incassi, scendendo a quota 82 miliardi di euro a fronte degli oltre 110 dell’anno precedente. Le slot machine hanno visto perdere la metà della loro raccolta mentre il crollo maggiore è quello delle VLT, con il -65%. A non sorridere, però, è soprattutto l’Erario statale, che ha visto dissolversi nel nulla qualcosa come 6 miliardi di euro di introiti: nel 2019 erano stati 11 miliardi, nel 2020 appena 5.
Eppure, in questa situazione, c’è chi esulta lo stesso: la mafia. Lo ha reso noto Riccardo Pedrizzi, ex Presidente della Commissione Finanze e Tesoro al Senato, dal 2001 al 2006. La crisi del settore dei giochi legali e autorizzati, infatti, non solo ha devastato le imprese del settore, ma ha favorito il business illegale della grande criminalità organizzata che gestisce le scommesse illegali. “Il governo deve farsi assolutamente carico del problema e intervenire con un sostegno economico, adottando quanto prima misure per la riapertura delle attività e reprimendo le diramazioni illecite del sistema giochi” ha dichiarato recentemente in una intervista Pedrizzi che ha sottolineato come i rischi siano legati alla ripresa dell’attività illegale, all’abbassamento degli incassi erariali ma soprattutto alla perdita di migliaia di posti di lavoro. “Stiamo parlando di 14.800 tra attività diretta o integrata negli esercizi dedicati, 12.000 gestori, quasi 28.000 assimilati cioè in esercizi come i bar dove sono presenti awp, 1.700 produttori, oltre a 12.000 lavoratori delle sale bingo. Solo per le sale scommesse ci sono in ballo 25.000 posti di lavoro diretti”.
A metterci virtualmente una pezza, in questa situazione a tratti catastrofica, è stato il segmento digitale del gioco online, capace di cogliere l’occasione che gli si presentava migliorando l’esperienza di gioco e aumentando gli standard di sicurezza. In Italia, solo per citarne alcuni, volano BetFlag (al +80% rispetto lo scorso anno), Pokerstars (+70%) e LeoVegas (+68%).