Alcune malattie, specie se febbrili, richiedono che il bambino rimanga a letto tutta la giornata o una parte di essa. Il bambino ammalato si annoia, è a disagio per la fastidiosa sensazione di non star bene, e diventa quindi maggiormente bisognoso di cure e di attenzioni. Vediamo dunque alcune norme generali che potranno rendere il periodo di malattia meno disagevole.
Le più comuni malattie infettive dell’infanzia
Nelle malattie infettive tipiche dell’infanzia (come la varicella, il morbillo, la parotite, etc.) è praticamente impossibile con l’isolamento nel proprio domicilio evitare il contagio di altri membri della famiglia se questi non hanno a loro volta contratto la malattia da bambini, anche perché questo può avvenire durante il periodo di incubazione. Si tratta nella maggior parte dei casi di malattie virali, per le quali non esiste una cura specifica, ma molte possono essere prevenute mediante le apposite vaccinazioni da praticare al momento opportuno.
La cura è invece indispensabile per le malattie infettive di origine batterica, che se non trattate adeguatamente possono assumere un decorso particolarmente problematico.
L’ambiente ideale del bambino ammalato
La stanza in cui si trova il piccolo paziente deve essere areata, evitando ovviamente gli spifferi e i bruschi raffreddamenti specie se la temperatura esterna è rigida. È meglio infatti mantenerla attorno ai 20-22 gradi circa e che specie in inverno, nel periodo del riscaldamento, si umidifichi l’ambiente. È consigliabile un’illuminazione attenuata che favorisca il riposo e il sonno del bambino.
Specialmente se febbricitante, il piccolo non va eccessivamente coperto; il letto deve essere sempre fresco e comodo.
La mamma deve seguire attentamente le prescrizioni del medico: è ovvio che per la somministrazione delle medicine e per l’alimentazione non va presa alcuna iniziativa personale. Ma oltre a praticare le cure prescritte, la mamma ha invece il compito di assistere il bambino dal punto di vista psicologico. Innanzitutto, specie quando è più grande e dà segni di insofferenza per il fatto di dover restare a letto, può essere utile fornirgli dei giochi con cui passare il tempo, tenerlo un po’ più tra le braccia e leggergli una fiaba. Attenzione, però: ogni abitudine concessa in modo eccessivo nel periodo della malattia rischia subito di diventare un vizio, poiché il bambino si rende conto del potere che è in grado di esercitare su un adulto. Dunque affetto, vicinanza e pazienza, ma in giusta misura.
La misurazione della temperatura corporea
La metodica più impiegata per la misurazione della temperatura nel bambino è quella rettale: l’estremità del termometro va introdotta nel retto per due-tre centimetri, tenendo il bambino a pancia in giù sul letto o anche su un fianco. È meglio che durante la misurazione le sue natiche vengano tenute strette. Il termometro va tenuto per uno o due minuti, in base anche alle indicazioni riportate sul termometro stesso.
Sarà il medico a consigliare le ore della giornata in cui effettuare la misurazione in base anche alle indicazioni fornite dalla madre: ovviamente il controllo sarà più frequente se la temperatura si mantiene elevata.